Si parla sempre più spesso di "sostenibilità" ma non si dice che la sostenibilità deve partire innanzitutto dalle nostre abitudini quotidiane, di acquisto, di consumo, di alimentazione, di utilizzo dell'energia e dell'acqua.

Si pensa alle multinazionali, quando si cercano i responsabili delle devastazioni in atto nel nostro pianeta ma ci sfugge che siamo noi a determinarlo e solo noi possiamo fermare questa tragedia annunciata.

E' naturale provare sdegno e rabbia quando assistiamo, impotenti, al naufragio di una petroliera, alla deforestazione, all'accumulo di montagne di rifiuti tossici "regalati" ai soliti paesi poveri.

Non è però naturale ignorare che la superpetroliera stava trasportando la benzina per la nostra auto, che la deforestazione serve a produrre la carta per stampare le foto delle nostre vacanze, che il cartone serve a costruire la scatola del nostro nuovo pc. Quello vecchio finirà invece in Africa dove un bambino dovrà respirare fumi tossici per recuperare qualche componente di riciclo.

La sostenibilità vera è un monito a cambiare molte nostre abitudini. Adesso!

Sui nuovi jeans c'è scritto il costo ma non il fatto che per produrne un solo paio servono 13.000 litri d'acqua potabile che, ai ritmi di sviluppo attuale, potrebbe non durare a lungo.

Sulle etichette dei prodotti, sulle bollette elettriche e di tutto quello che consumiamo andrebbe scritto, oltre al costo d'acquisto, il costo (ambientale) per produrlo e per smaltirlo. Così, sarà più difficile far finta di niente.

La sostenibilità la dobiamo fare tutti. Altrimenti, rimane un termine figo e inflazionato utile solo a riempire pagine pubblicitarie e locandine trendy.