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Crisi aziendali; fare sinergie!

Luigi Bordini
11/03/2015, 17:13
Destinatario Istituzioni / Mondo politico
Argomento Industria
Ambito Nazionale
Motivo Segnalazione Problemi e Criticità
Tema LA CRISI E LA CONCORRENZA STANNO DECIMANDO IL SISTEMA PRODUTTIVO ITALIANO.
FARE SINERGIE, SPECIE FRA AZIENDE IN CRISI, PER FRONTEGGIARE QUESTA EMERGENZA.

La problematica riguarda il crescente fenomeno delle crisi aziendali che sta determinando il progressivo indebolimento del sistema produttivo italiano.

Le cause sono riconducibili a molteplici fattori fra cui (eccessiva frammentazione produttiva, congiuntura economica negativa, perdita di competitività - dovuta all'eccessivo peso fiscale, l'aumento dei costi produttivi, etc - stretta creditizia, ritardi di pagamento, insolvenze della clientela, etc.).

Su alcuni aspetti relativi, ad esempio, all'eccessivo peso fiscale, il Governo può e deve intervenire. E lo deve fare prima che sia troppo tardi.

Tuttavia, un altro problema da affrontare è la mancanza di piani programmatici di sostegno utili a scongiurare la chiusura di un numero sempre crescente di imprese che, tra l'altro, spesso falliscono nonostante la presenza di importanti elementi ancora in grado di produrre valore, se opportunamente valorizzati.
Idea / Proposta Una fra le possibili iniziative volte a ridurre questo (apparentemente) ineluttabile fenomeno può essere un programma di "integrazione mirata" fra aziende, con l’obiettivo creare una sorta di “compensazione” dei punti di forza e delle criticità delle imprese interessate.

E’ dunque un tentativo di generare valore attraverso “accordi” (Joint venture o altro, da valutare a seconda dei casi) che prevedano la condivisione di risorse (reparti produttivi, macchinari, personale addetto, reti di vendita, etc.), per poter generare risparmio e/o economie di scala. E questo potrebbe valere sia per la condivisione degli asset già disponibili presso una delle aziende coinvolte piuttosto che riguardo a beni ancora da acquistare.

Le aziende dovrebbero presumibilmente essere “compatibili” fra loro presentando quindi una certa analogia riguardo al settore merceologico, alla dimensione, alla zona geografica, etc., ma non si esclude che eventuali accordi vantaggiosi possano anche riguardare aziende piuttosto eterogenee.

In taluni casi, qualora vi siano forti sinergie e la piena condivisione di un eventuale nuovo disegno industriale, tali “accordi” possono anche arrivare alla definizione di operazioni di M&A o alla creazione di vere e proprie newco, nate proprio dalle “ceneri” delle aziende interessate all’operazione.

Ma, in questo caso, sarebbe importante che il progetto fosse accompagnato dallo sviluppo di nuovi prodotti, per lo più innovativi o ad alto contenuto tecnologico, che maggiormente richiamano finanziamenti e l’ingresso di nuovi soci, italiani o stranieri.

Per quanto riguarda la definizione di nuovi prodotti o nuovi progetti industriali si potrà richiedere il contributo delle Università o degli “incubatori di progetti”.

L’assetto azionario di queste nuove realtà potrebbe essere composto dai titolari delle singole imprese partecipanti, che dovranno necessariamente provvedere alla ricapitalizzazione della società attraverso conferimenti in denaro, oltre che in beni provenienti dalle imprese “originarie”, e da nuovi soci (investitori e/o creditori delle società originarie che hanno convertito i loro crediti in quote della nuova società).

Il progetto d’integrazione può essere quindi considerato una sorta di ultimo tentativo di salvataggio delle imprese e, comunque, anche nel caso in cui non dovesse produrre gli effetti sperati non costituirebbe un peggioramento della situazione originaria.

Tuttavia, qualora invece dovesse produrre risultati soddisfacenti potrebbe diventare un’opportunità vincente anche per molte realtà industriali che vogliono rafforzarsi e riuscire ad avere maggiore penetrazione anche in mercati tipicamente destinati a grosse aziende.
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Riflessione / Proposta
Riflessione / Proposta
Tema di assoluta rilevanza e soluzioni proposte estremamente interessanti e innovative.

I piani attuativi, tuttavia, richiederanno grande impegno e coinvolgimento innanzitutto da parte delle associazioni di categoria (Unioni Inustriali, prima di tutto) e poi non si esclude - una volta valutata la fattibilità dell'idea - di poter anche coinvolgere anche il Ministreo dello Sviluppo Economico.
15/03/2015, 16:13